Intervista a Stefania Serafini

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Presidente Serafini, lei è alla guida di Fon.Coop dal giugno 2018. Il difficilissimo momento che sta attraversando il Paese e il movimento cooperativo a causa della pandemia da Covid-19 ha chiamato il Fondo in prima linea a sostegno delle imprese del movimento cooperativo con le “armi” della formazione.

 

• Può raccontarci come?

In questa crisi sociale ed economica che si prospetta senza precedenti, il Fondo ha trovato le energie e la creatività necessarie per consentire alle proprie aderenti di “curare” il proprio capitale umano. È mia convinzione che quando una cooperativa fa formazione, nonostante tutto, i lavoratori sentono la speranza di un futuro.

Noi non ci siamo mai fermati, tutte le nostre attività dal 10 di marzo si svolgono in smart working con la stessa qualità operativa e, nel quadro delle regole in cui dobbiamo operare, stiamo dando supporto alle imprese a fare formazione in modalità FAD, l’unica oggi ammessa.

 

• Come vi state confrontando con la formazione a distanza?

Voglio sottolineare che la modalità “a distanza” non è certo una novità per noi soggetti erogatori dei finanziamenti e in molti casi sia gli enti di formazione che le imprese già disponevano di strumenti e di metodologie per operare in FAD. Ciò che è cambiato è l’intensità del suo utilizzo, che ci spingerà a guardare con più fiducia, e non solo per ragioni di sicurezza, questo modo di apprendere attraverso le tecnologie.

Se il front office del Fondo sta operando quotidianamente per fornire alle imprese e agli Enti di Formazione l’assistenza necessaria per la trasformazione delle attività formative da “in presenza” a “on line”, proprio perché nulla sarà più come prima, è già nostro impegno prioritario in questa fase identificare un nostro modello di formazione che promuova ed incentivi la formazione a distanza.

 

• Quante imprese stanno facendo formazione in modalità virtuale?

La situazione è in continua evoluzione e non in tutte le aree del Paese sussistono le medesime condizioni. Al 12 maggio le imprese beneficiarie di piani che hanno cambiato modalità formativa sono state 345, i lavoratori coinvolti nelle attività in FAD sono 23.622, per un valore complessivo di 8,6 milioni di euro.

Nei piani trasformati, le regioni più attive sono l’Emilia Romagna (44,3% delle imprese), la Lombardia (21,48% delle imprese), il Veneto (il 9,6% di imprese); i settori sono il consumo/grande distribuzione  (76% dei lavoratori in formazione) e la cooperazione sociale (13% dei lavoratori).

 

• Nel vostro continuo dialogo con le imprese aderenti, quali sono le esigenze più stringenti che avete riscontrato?

La nostra urgenza sono i nuovi fabbisogni formativi cui dare risposta. Le imprese, indipendentemente dal settore e dalla dimensione, si sono trovate ad affrontare con l’avvento del lockdown, direi drammaticamente, un cambio repentino della propria realtà operativa. Ci sono cooperative che stanno rischiando una chiusura definitiva se non reinventano la propria offerta di beni e servizi, altre che hanno dovuto rafforzare in piena emergenza e in gran fretta tutte le attività. Ma per tutte, mi sento di dire, c’è all’orizzonte un cambiamento di mentalità prima ancora che di organizzazione.

E se è vero che tutte le competenze tecnico-digitali sono una priorità, c’è un mondo di soft skill che andranno sostenute con grande convinzione perché alla base del cambiamento che dovremo affrontare ci sono le persone. Insomma, prima viene il “come” e poi il “cosa”; prima viene imparare ad operare nell’incertezza in contesti aziendali fortemente motivanti e poi il compito specifico.

La formazione, e la formazione di Fon.Coop, è l’uno e l’altro.

 

• Quali sono le iniziative in campo e come agirà il Fondo nel prossimo futuro?

Per quanto riguarda ciò che stiamo già facendo, ricordo che le nostre piccole imprese, entro il 20 maggio prossimo, sono chiamate a scegliere il “proprio” canale per finanziare la formazione con Fon.Coop. È la nostra iniziativa La formazione è una scelta: diventa protagonista del nostro cambiamento”, che mette in condizione le PMI di decidere consapevolmente, in base ai fabbisogni, la strategia formativa e di crescita. L’opzione è tra il Conto Formativo, per “spendere” subito (e fino a gennaio 2021) le proprie risorse accantonate, e il Fondo di Rotazione per partecipare ad uno degli Avvisi 2020.

E proprio il primo Avviso 2020 uscirà a breve, frutto anche di un ascolto con le nostre aderenti e gli enti di formazione. Sarà strutturato in modo tale da “accogliere” anche i fabbisogni più urgenti, possibilmente per la più vasta platea possibile di imprese aderenti e di lavoratori: finanziamenti preziosi per la formazione dedicata alla ripartenza.

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