Una formazione diversa per il futuro dell'Impresa sociale: il Direttore di Fon.Coop a WIS#2020

 

Nell’ambito del XVIII Workshop sull’impresa sociale che si è tenuto dal 9 al 13 novembre in versione digitale, Fon.Coop ha organizzato, in collaborazione con Iris Network, il seminario “Una formazione diversa per il futuro dell’impresa sociale”.

All’evento ha partecipato il Direttore Generale del Fondo, Davide Drei di cui si riporta l’intervento, guidato dalle domande della moderatrice Silvia Pollio e preceduto da alcuni dei passaggi più significativi degli altri relatori.

 

 

Il tema della formazione è stato approfondito nel seminario alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale che, nello specifico dell’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, ribadisce e sottolinea la titolarità delle imprese sociali ad interloquire con la pubblica Amministrazione per la coprogettazione e coprogrammazione dei servizi del territorio.

 

Silvia Pollio, Fondazione A.I.B. “Si prospetta un vero e proprio cambio di paradigma per l’impresa sociale. Nella prospettiva del passaggio dal welfare State alla welfare Society, l’impresa sociale dovrà acquisire un nuovo ruolo, non più solo di erogatore di servizi ma di soggetto che progetta e programma con la Pubblica Amministrazione i servizi del territorio. Ecco la nuova formazione…”

Luigi Corvo, Università degli Studi di Roma Tor Vergata: “Se vogliamo che l’impresa sociale diventi un modello di impresa inclusivo e distributivo sempre più mainstream il ruolo della formazione è indispensabile, ma a patto che cambi la modalità in cui la formazione viene pensata, erogata e agita. Diventerà infatti necessario investire in formazione non in base agli outcome ma sull’impatto, sui risultati che genera nelle comunità. È una grossa sfida per il futuro di Fon.Coop che si sta già impegnando in questo senso”.

Paolo Fontana, Euricse: “La formazione deve incentivare ad una rilettura dei bisogni fatta insieme ai soggetti della comunità e ripercorrere la frontiera dove gli altri non arrivano – comunità, famiglie, associazioni di volontariato. E tradurre questi bisogni in capacità progettuali che diano luogo a innovazioni non solo disruptive, eclatanti, ma incrementali, di piccoli passi, affinché possano essere facilmente replicabili in altre realtà. La formazione deve aiutare inoltre le imprese sociali ad acquisire le competenze programmatorie per svolgere appieno un ruolo di attore politico, partecipante a pieno titolo delle policy locali”.

Federica Bandini, Università di Bologna: “Diventa necessario per tutti i soggetti del Terzo settore acquisire le competenze per ‘fare capacity building’, ovvero imparare a dialogare con le amministrazioni locali costruendo un linguaggio comune. E poi bisogna imparare a collaborare efficacemente con tutti gli altri soggetti del territorio, siano organizzazioni del Terzo Settore che imprese profit.

Nell’introdurre Davide Drei, Cinzia Pollio ha ricordato la sua esperienza di cooperatore sociale e di amministratore pubblico ed ha chiesto, sul tema della coprogettazione, di approfondire gli effettivi elementi di novità e di spiegare come Fon.Coop sia in grado di rinnovare coprogettando la propria offerta di finanziamenti per la formazione.

Davide Drei, Fon.Coop. Di coprogettazione e di coprogrammazione si parla da decenni. Dopo la stagione legislativa degli anni ’90 che ha riconosciuto i mondi del Terzo Settore, queste parole sono diventate all’ordine del giorno. Quanto oggi ha riconosciuto la Corte costituzionale non è più quindi solo un traguardo da conquistare ma il riconoscimento di un processo avviato e che in gran parte deve ancora avvenire. Quando il più importante soggetto giurisdizionale del nostro Paese riconosce che la partecipazione dei cittadini sotto le forme delle organizzazioni di terzo settore, e lo fa specificamente sul tema della cooperazione di comunità, vuol dire che quanto già costruito negli anni è di grande ed effettivo valore per il nostro Paese. Dobbiamo consapevolmente farne una dimensione culturale ed educativa diffusa. Non sarà tuttavia sufficiente essere gli attori privilegiati nella coprogettazione e coprogrammazione se non ci sarà una capacità strategica e strutturale di essere imprenditori sociali efficaci. Con l’esperienza dell’amministratore pubblico, sottolineo che è necessaria la costruzione strategica e condivisa dell’architettura sociale della propria comunità. Con sguardo lungo e a partire dal vissuto e dalle esperienze, le imprese sociali, le cooperative – e nello specifico le cooperative di comunità -, dovranno essere capaci di entrare nella “cabina di regia” e costruire con ottica innovativa insieme alle amministrazioni locali la protezione ed il benessere delle comunità.

La formazione in tutto questo è fondamentale. Il mondo dell’impresa sociale e della cooperazione è fatto innanzitutto di persone e di relazioni e ha nella formazione lo strumento per arricchire questo capitale. La formazione che valorizza e sviluppa armonicamente le competenze degli imprenditori, dei manager, degli operatori, dei volontari, accresce il valore prodotto dalle imprese sociali e delle comunità di riferimento.

Fon.Coop ha da sempre sostenuto finanziariamente la capacità progettuale formativa del sistema cooperativo con il Conto Formativo, canale di offerta diretto, e con il Fondo di Rotazione, che opera attraverso bandi e sostiene le piccole e medie imprese. La storia del Fondo ha quasi 20 anni, nel corso dei quali le politiche di finanziamento attraverso i canali di offerta si sono continuamente attualizzate – e quindi rinnovate – per far fronte a fabbisogni delle associate. Io arrivo a Fon.Coop nel 2020 con l’esperienza peculiare del Covid, che ha profondamente mutato il contesto della formazione continua e dei Fondi Interprofessionali. Per noi fare nuova formazione in questo 2020 ha significato pubblicare due nuovi Avvisi, distinti ma collegati, il primo per i fabbisogni immediati, il secondo per ripensare la propria organizzazione in un’ottica di medio-lungo periodo. Quindi da un lato strumenti per ripartire subito in sicurezza e dall’altro per consentire alle imprese di trasformare le proprie organizzazioni per meglio affrontare il mutato quadro economico di mercato e di committenza. Al centro il tema del digital divide, perché in entrambi gli Avvisi lo sviluppo delle competenze digitali costituiscono la leva per l’inclusione e la sostenibilità delle nostre imprese. Nell’Avviso più recente abbiamo poi fatto un esplicito richiamo agli obiettivi strategici di Agenda 2030: sostenibilità ambientale, giustizia sociale, equità sono parametri inseriti all’interno della progettazione richiesta.

Come dimostrano questi ultimi Avvisi, la coprogettazione viene fatta con i soci, che esprimono in un’ottica bilaterale gli indirizzi come rappresentanti dei lavoratori e delle imprese; ci sono poi gli enti di formazione e soprattutto le oltre 14.000 aderenti.

Sul piano delle politiche di indirizzo, Fon.Coop ha declinato il tema della coprogettazione nei suoi Avvisi più innovativi, che è divenuta elemento di premialità in fase di progettazione. Se ci sono le condizioni per una coprogettazione con le istituzioni territoriali, che esprimono il valore generato dalle relazioni all’interno della comunità, gli Avvisi hanno finanziato le attività formative che forniscono le competenze per agire al meglio questa coprogettazione.

Cinzia Pollio, Fondazione A.I.B: “Se le risorse sono scarse rispetto alla domanda delle imprese è inevitabile fare una selezione in base a priorità strategiche. Come Fon.Coop riesce ad assolvere la propria mission, premiare la qualità di progetti che meglio riescono a interpretare le finalità strategiche e dall’altro consolidare il sistema cooperativo sostenendo il fabbisogno di crescita di imprese con maggior gap competitivo?”

Davide Drei, Fon.Coop: “È un equilibrio tra risorse e domanda che va continuamente ristabilito. In questi anni i Fondi interpofessionali come Fon.Coop sono passati da una buona disponibilità di risorse, a fronte di una domanda relativa, ad un contesto come l’attuale caratterizzato da risorse molto più contenute – anche a causa del prelievo forzoso da legge finanziaria che ancora perdura – e da sistemi imprenditoriali – e vieppiù quello cooperativo – che considerano sempre più strutturale l’accesso alla formazione. Per Fon.Coop c’è evidentemente una dimensione competitiva che si gioca attraverso la qualità progettuale e che il Fondo indirizza anche su tematiche di grande rilevanza, come appunto la coprogettazione, ad es. con l’Avviso 42/2019. Tuttavia riusciamo, all’interno della nostra offerta, a consentire l’accesso alle risorse in base al fabbisogno, e questo avviene attraverso anche gli Avvisi a sportello a cui si aggiunge da quest’anno, per le PMI, la possibilità di usare direttamente al Conto formativo, ovvero di fare formazione con le risorse versate dall’impresa”.

 

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