La formazione continua a supporto del non profit che cresce. Il contributo di Aiccon

 

I dati Istat sulle istituzioni non profit presentati da Giorgia Perra, Coordinatrice Area Alta Formazione di AICCON.

 

Gli ultimi dati Istat sulle istituzioni non profit presentati durante la XX edizione delle Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile, confermano come il mondo del non profit sia un settore resiliente capace di generare nuova occupazione. Al 31 dicembre 2018 le istituzioni non profit attive in Italia sono 359.574 e, complessivamente, impiegano 853.476 dipendenti: dati in crescita costante dal 2015 (le istituzioni sono aumentate tra il 2,1% e il 2,6% e i dipendenti tra il 3% e l’1%).

Inoltre, negli ultimi dieci anni il Terzo settore si è diversificato e ha assunto un ruolo sempre più significativo all’interno dell’economia italiana. I dati Istat confermano una tenuta dei tradizionali settori socio-sanitario, socio-assistenziale e inclusione, ma anche di nuovi mercati che si stanno generando dall’intersezione con il sociale. Ciò denota un tentativo da parte delle organizzazioni non profit, in particolare di quelle a matrice imprenditoriale (dunque, le cooperative e le cooperative sociali), di legare insieme sempre più la produzione di valore economico con quella di valore sociale.

La salvaguardia dell’ambiente e le attività culturali e ricreative stanno diventando nuove economie, così come si sta potenziando il tema del lavoro legato all’istruzione e all’educazione.

All’interno di questo scenario, i percorsi formativi rivolti al Terzo settore assumono un valore fondamentale come elemento strategico all’interno del processo di riconversione e aggiornamento delle competenze (change management) che si rende quanto mai necessario in un contesto di cambiamento sociale ed economico quale quello attuale.

Un aspetto interessante da approfondire è l’analisi delle professionalità e delle competenze richieste dalle organizzazioni per lo svolgimento della propria attività. Non sempre, infatti, alla rapida evoluzione delle caratteristiche del lavoro nelle organizzazioni ha fatto seguito un veloce adeguamento delle competenze possedute dai lavoratori. Conoscere i fabbisogni di competenze è quindi un presupposto dal quale non si può prescindere per definire politiche formative e occupazionali che consentano l’aggiornamento e la crescita professionale continua del lavoratore in modo coerente con l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro.

 

Poiché il Terzo settore costruisce intorno al capitale umano il suo valore, diventerà centrale non solo riaggiornare le competenze ma anche integrarle con i nuovi ruoli e funzioni capaci di cogliere i cambiamenti dei mercati e della crescente domanda pagante rispetto ai servizi di assistenza e cura della persona.

All’interno di questa prospettiva, dunque, i percorsi formativi risultano essere fondamentali sia per preservare l’identità delle istituzioni non profit, rigenerando i valori che le contraddistinguono e, allo stesso tempo, per dare una risposta all’evoluzione del contesto in cui l’operato di tali soggetti si colloca, apportando elementi di innovazione e sviluppo strategico al loro interno.

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