Trasversalità e valori cooperativi per vincere le sfide del futuro

 

  • È trascorso un anno dalla vostra elezione alla Presidenza di Fon.Coop.

Il periodo luglio 2021 – luglio 2022 è un periodo di ritorno in carreggiata dagli avvenimenti post pandemia e di riallineamento – anche doloroso – sulle nuove incertezze dettate dalla crisi energetica, e dalla crisi bellica internazionale.

Le Linee Strategiche e la Programmazione Fondo di Rotazione 2022 sono stati i primi strumenti di indirizzo che vi ha visto impegnati ai vertici del Fondo e i cui primi positivi risultati sono indicati nella Relazione di Bilancio approvata dall’Assemblea pochi giorni or sono.

C’è sicuramente continuità con la precedente gestione, tuttavia, aver posto con decisione l’accento sulla sostenibilità – e in particolare sulla sostenibilità cooperativa – prefigura un’evoluzione nel modo in cui Fon.Coop si pone verso la platea delle aderenti e potenziali aderenti?

Giuseppe Gizzi. In questa congiuntura post-globalizzata e fortemente conflittuale, ci siamo resi conto che alla cooperazione si prospetta una grande sfida: quella che si gioca innanzitutto sul suo patrimonio di valori. Non a caso nella programmazione degli Avvisi abbiamo scritto che Fon.Coop “… riafferma il ruolo decisivo del movimento cooperativo per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e promuove la sostenibilità cooperativa”.

Come è stato ricordato in uno dei nostri recenti seminari tematici, la cooperazione è nata ed ha prosperato principalmente dai fallimenti del mercato. Infatti, laddove le altre forme d’impresa fallivano, non si sostenevano più, la cooperazione si è affermata seguendo un modello che, a partire dal lavoro, dalla collaborazione, dalle buone relazioni, ha dato vita ad imprese non solo sostenibili economicamente – cioè con solidità finanziaria e patrimoniale – ma rispettose dell’ambiente, delle persone, dei territori.  È la storia recente della cooperazione sociale, ma anche di tante cooperative di spettacolo; e delle cooperative di comunità, nate in sordina anni fa e che oggi sono in piena espansione.

E dunque la mutualità (come centralità del socio), l’intergenerazionalità, la valorizzazione del ruolo delle donne: sono tutti esempi di “sostenibilità cooperative” che il mondo profit sta già scoprendo come possibili alternative di cambiamento.

Noi stiamo spingendo sulla sostenibilità cooperativa per far riscoprire questa dimensione all’interno del mondo cooperativo, non per chiuderci, o rivendicare vanamente una primogenitura, ma per testimoniare che questo modo di stare, agire, “fare” mercato è conveniente per tutti.

Valentina Verduni. Vorrei sottolineare che la sostenibilità cooperativa è anche partecipazione e condivisione di nuovi orizzonti e nuovi obiettivi. Le strategie e le potenzialità delle imprese non stanno da sole in sé ma necessitano della partecipazione di più soggetti: stakeholders, shareholder, partner, collaborazioni con enti di ricerca, università; diventa fondamentale la coprogettazione, come per i piani pluriaziendali, dove si definiscono degli obiettivi e si condividono le strategie da mettere in campo, soprattutto per le attività formative, coinvolgendo anche gli stessi destinatari, lavoratrici e lavoratori.  

Sia pure con diverse modulazioni, quest’anno con gli Avvisi sulla sostenibilità stiamo anche sostenendo la partecipazione a più livelli, a partire dalla realizzazione di webinar tematici che vogliono essere proprio da stimolo di nuove idee e condivisione di buone prassi. Anche per l’Avviso strategico dove, in continuità con il precedente, abbiamo definito una duplice fase che valorizza la massima partecipazione: la fase propedeutica di analisi e ricerca dei fabbisogni formativi, necessaria per la seconda fase di progettazione di percorsi di rafforzamento, valorizzazione delle competenze e della professionalità del capitale umano presente in azienda.

  • Che riscontro avete avuto dalla vostra platea su questa scelta? 

Giuseppe Gizzi.  L’aver spinto sull’acceleratore della sostenibilità cooperativa ha dato risposte positive. Come indicato nella Relazione di bilancio recentemente approvata dall’assemblea dei soci di Fon.Coop, gli Avvisi piacciono – e l’overbooking delle partecipanti lo dimostra –, i piani formativi esprimono formazione di qualità, il flusso delle adesioni è in netta risalita.

Valentina Verduni. Il fatto che il Fondo di Rotazione abbia predisposto strumenti sia per rispondere a fabbisogni immediati ma anche per introdurre concretamente nell’impresa i temi dell’innovazione e della sostenibilità è stato molto apprezzato, anche dalle imprese più piccole, che partecipano sempre in maniera rilevante grazie alla possibilità di scelta del canale di finanziamento, a dimostrazione della buona capacità del Fondo di redistribuire le risorse con criteri di solidarietà. Inoltre, rispetto al 2020, abbiamo aumentato le ore di formazione, circa 41mila ore in più. Rispetto alle metodologie didattiche, riscontriamo una forte digitalizzazione dei processi di apprendimento: l’uso della FAD e dei webinar, la “cifra” che aveva caratterizzato la formazione in pandemia, è diventato elemento di innovazione nelle imprese, che attraverso l’uso delle tecnologie hanno innovato i loro processi interni.

  • Dall’analisi dei dati delle beneficiarie emerge che le tematiche della formazione finanziata sono orientate con maggiore decisione sulle soft skill e sulle competenze trasversali. Questo significa che i lavoratori hanno l’opportunità di potenziare le loro capacità di interazione e comprensione del contesto lavorativo – e sono più motivati; le imprese possono avviare processi di cambiamento e puntare su una collaborazione più consapevole. In che modo, a vostro parere, la sostenibilità e l’innovazione sollecitano questa propensione che oggi è così importante per i lavoratori e per le imprese?

Valentina Verduni. Le competenze trasversali, oggi, sono tra i presupposti affinché un’impresa possa fare innovazione ed essere sostenibile, senza per questo sminuire le competenze strettamente legate al saper fare in uno specifico ruolo.

L’innovazione richiede una presenza attiva e intelligente di tutti i lavoratori, che con le soft skills possono essere messi nelle condizioni di sviluppare le capacità di guardare e sentire la propria attività come un continuum migliorabile e sempre meglio interconnessa con quello che fanno i colleghi in una logica sinergica e collaborativa. La comunicazione, la creatività, la critica, il problem-solving, il saper lavorare in rete sono meta-competenze, meglio, moltiplicatori di competenze, che attingono con geometrie variabili – e in modo sostenibile e rispettoso – alle propensioni personali e quindi alla specificità di ciascun lavoratore.

È l’aspetto più raffinato, e se volete anche più sfidante, della formazione continua che, con l’obiettivo di far crescere i lavoratori in armonia con le loro capacità ed aspirazioni (oltre quindi alle mansioni da contratto), fa leva su elementi meno codificabili e personali, e che quando sono valorizzati costituiscono fonte di motivazione, di collaborazione, di capacità di costruire un buon clima aziendale. Il fatto che le beneficiarie del Fondo facciano formazione sulle soft skills è la riprova della sintonia con gli obiettivi di Fon.Coop.

Giuseppe Gizzi. Noi dobbiamo contemperare due esigenze, tenere assieme una formazione tradizionale con quella più innovativa. Quello che il Fondo può fare, anche là dove le competenze più “hard” sono prevalenti – e mi riferisco a tanti settori della cooperazione come l’agricoltura, l’edilizia, i servizi alle imprese, dalle pulizie ai trasporti – è stimolare la formazione trasversale, perché, come ha detto Valentina, questo è uno degli elementi di innovazione dei processi produttivi. L’innovazione non passa solo attraverso le tecnologie ma nell’apertura mentale di tutti gli attori coinvolti nei processi formativi.

  • Si parla nelle ultime settimane dell’attivazione del Fondo Nuove Competenze di Anpal con un maggiore coinvolgimento dei Fondi Interprofessionali, come anche della restituzione del prelievo forzoso annuo di €120 milioni. Come si comporterà Fon.Coop?

Giuseppe Gizzi. Noi siamo d’accordo nell’aderire al Fondo nuove competenze, attendiamo che vengano pubblicate le regole e le procedure di finanziamento, poiché siamo propensi  a fare la nostra parte e, come già discusso in CDA, a   pubblicare un Avviso dedicato, sul  quale sono disponibili alcune  risorse.

Sul prelievo forzoso noi auspichiamo che la restituzione avvenga al più presto ma allargando la platea dei beneficiari, perché se le risorse saranno rivolte solo ai cassintegrati sarà difficile rivolgerci alla nostra platea di riferimento. Ricordo che le imprese cooperative, in questa fase post pandemica, sono prevalentemente attive per cui potenzialmente non interessate a questa misura.

Valentina Verduni. Come parti sociali abbiamo partecipato a diversi incontri con il Ministero del Lavoro e ANPAL sulla riedizione del Fondo Nuove Competenze che, ricordiamo, quest’anno stanzierà importanti risorse pari ad un miliardo di euro.

Nell’interlocuzione e dalla condivisione delle prime indicazioni sui contenuti abbiamo avanzato alcune criticità, ma anche apprezzato la maggiore connessione e sinergia con i Fondi interprofessionali che saranno coinvolti a fornire la formazione e i successivi controlli sia attraverso avvisi specifici che attraverso il conto formativo aziendale; siamo però in attesa della pubblicazione del Decreto e del relativo Avviso che ne definirà i contenuti. Infatti, quello che ci preoccupa oggi è la tempistica: le risorse destinate a finanziare la formazione per favorire transizione digitale e green sono soggette a una rendicontazione e a tempi di spesa ben precisi, poiché la data per la conclusione delle intese è fissata al 31 dicembre di quest’anno e occorrerà poi rispettare i termini previsti per la rendicontazione alla UE entro il 31 dicembre 2023.

Rispetto al tema della restituzione dei 120 milioni del prelievo forzoso, il Ministero del Lavoro ci aveva preannunciato la prossima emanazione di un Decreto di riparto e di precisazione delle procedure. Su tale Decreto avvierà un confronto con le Parti Sociali, ma anche su questo temo che la questione “tempo” legata alla caduta del Governo possa creare non pochi problemi.

Noi ci auguriamo che venga anche estesa la platea di riferimento al di là della CIG, includendo quelle lavoratrici e quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, per poter sostenere la formazione attraverso gli Avvisi.

 

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